DEJA VU (DRAMMATICO)

Il dottore si chinò ancora una volta verso di me per visitarmi e un brivido repentino mi percorse la schiena.
Ebbi come la sensazione che tutto questo fosse già avvenuto. 
Sì, ovvio che fosse già avvenuto, mi sottoponevo alla solita visita da qualche mese ormai, ma quella volta c'era qualcosa di diverso, anche se non capii cosa.

Dopo la visita lasciai lo studio e, mentre percorrevo il corridoio, guardai di sfuggita la sala d'attesa. Seduti uno accanto all'altro, c'erano un'anziana gobba che tossiva, un uomo con un completo damascato che si girava i pollici con aria annoiata, una donna che cercava di calmare il figlio neonato con un sonaglio di latta.
La stessa scena mi balenò all'istante nella mente, come se avessi già visto quelle persone da un'altra parte.
Scossi la testa e imboccai un corridoio ben illuminato che conduceva all'uscita dell'ospedale.

Mi venne incontro una coppia di infermiere, che sorrisero in modo familiare, e la seconda, che aveva i capelli acconciati con un fermaglio a forma di peonia, altrettanto familiare, mi salutò allegramente.
"Alla prossima settimana, signor Tornini"
Sussultai e mi fermai di botto. Le seguii con lo sguardo finché non svanirono dietro a un angolo e fui nuovamente investito da una sensazione di deja vu. Quei volti, quel fermaglio, quella frase, tutto mi sembrava già visto in un luogo diverso, già sentito in un tempo diverso, magari anche in una vita diversa.

Che assurdità...

Abbandonai l'ospedale a grandi passi. Sperai che la velocità con cui stessi camminando avesse allontanato in fretta i miei dubbi, ma il malessere che provavo non mi abbandonava. Ero molto turbato e cercavo di capire quando e dove si sarebbero potute ripete quelle situazioni. Ero così assorto nei miei pensieri che non mi accorsi di trovarmi in mezzo alla strada.
Fu il clacson di un'auto sgangherata ad avvisarmi, facendomi indietreggiare spaventato e con il cuore a mille.
"Guarda a dove metti i piedi, 'a stronzo!"
Trasalii.
Mi era già capitato di essere quasi investito da un'auto sgangherata e di essere insultato da un uomo con un forte accento romano.
Era già successo.

Come poteva essere che proprio quella mattina avevo avuto così tanti flashback?
Apparivano davanti ai miei occhi come stelle cadenti, che non fai in tempo ad accorgertene che sono già passate.
Avevano un significato? Cercavano di dirmi qualcosa?
Fui invaso da una forte inquietudine, che aumentò quando sentii una goccia di pioggia cadermi sulla fronte.
Sollevai la testa e fissai il cielo plumbeo. Mi parve di aver già fatto lo stesso movimento nella stessa occasione, una volta.
Sentii un'altra goccia, identica alla prima.

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