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Visualizzazione dei post da gennaio, 2021

IL TUO VIALE (POESIA)

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N.B.: l'incipit è tratto dall'explicit del III sonetto d'amore di Pablo Neruda Aprì nel mio cuore una strada bruciante quella carreggiata così uguale alle altre dove ho visto te. Ho notato un viso,un viale di neve sporca sciolta ai lati lasciando scoperti come marciapiedi gli zigomi. Al centro del viale due piscine colme  di troppa acqua torbida e sotto un sentiero di ghiaia sabbiosa. Sovrastano il viale scomposte sterpaglie autunnali e una crepa nel terreno si apre e si allarga in una smorfia storta. Ho notato un viale brutto curato poco e male del tutto banale ma forse è per questo  che in quella carreggiata così uguale alle altre proprio il tuo viale ho notato.

28-06-14 (STORICO)

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Sono le nove di mattina. Tra un'ora inizieremo la nostra visita ufficiale. Abbiamo scritto una lettera ai bambini per sapere come stavano, ma solo poche righe perchè dovevamo pensare ai preparativi. Non abbiamo potuto fare a meno di pensare alla reazione di Ernst quando l'avrebbe letta:eravamo partiti quattro giorni fa e, così come Max e Sophie, non era mai stato lontano dai suoi genitori tanto a lungo. Ci vestiamo in modo ufficiale, elegante, conforme con la nostra casata. Tu indossi un grande cappello con le piume verdi, il tuo colore preferito, e lo stemma reale bene in vista sul petto. Raggiungiamo i nostri accompagnatori e facciamo colazione. Parliamo con loro del tempo, c'è una bella giornata e il sole riscalda l'aria rendendola davvero piacevole. Per questo motivo abbiamo deciso di viaggiare con le capote delle auto abbassate, anche perchè vogliamo guardare negli occhi le persone che incontreremo durante il tragitto. Il generale Potiorek non è ancora del tutto co

IL CASSETTO (STORICO)

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Kendra le afferrò il braccio e la trascinò giù dal letto. Ancora addormentata, Becca correva a occhi chiusi, inciampando e cadendo ad ogni gradino della scala. Le due sfrecciarono accanto al salotto ma la bambina si bloccò. Non poteva andarsene senza. Si precipitò sul mobile della radio e aprì il terzo cassetto, l'unico senza manico. Quel  cassetto. "CHE STAI FACENDO!" urlò la sorella, rincorrendola. "NON POSSO ANDARMENE SENZA QUELLE!" replicò Becca "NON POSSO LASCIARLE QUI!" "MI DISPIACE TANTO, MA DOVRAI FARLO!" Kendra le afferrò la mano per ricominciare la fuga, ma Becca la ritrasse immediatamente. "NO, INVECE!" La guardò con fermezza e aggiunse categoricamente:"IO NON ME NE VADO SENZA QUELLE!" Kendra non sapeva cosa fare e iniziò a sudare. Pochi secondi dopo, disse a Becca che l'avrebbe aiutata e insieme si misero a cercare  freneticamente. Lo sguardo della bambina cadde subito su un paio di forbici dal manico blu,

IBRIDO (GOTICO)

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Monika discendeva da una famiglia maledetta: per parte di padre era una bambola e per parte di madre un demone. Le due parti erano perennemente in conflitto: facevano a gara tra chi dovesse prevalere e impossessarsi dell'anima della giovane donna. In quei casi, Monika non sapeva a chi dare ascolto e si limitava a sedersi con la testa tra le mani. Era così confusa, in bilico tra l'umano, il demone e la bambola. Avrebbe tanto voluto che la sua anima frammentata e terribile formasse un'unità omogenea, che la guerra interiore che la tormentava da ventun'anni cessasse e la lasciasse vivere in pace. Quando prevaleva il demone era costretta a compiere delitti orribili. Il demone, infatti, come tutti quelli della sua stirpe materna, si nutriva del sangue degli umani. Tuttavia, quello nel corpo della donna era  p iù  vorace, crudele, ma soprattutto, violento. Donne, uomini, bambini, anziani, chiunque andava bene, l'importante era che il mostro, quello stesso mostro che era l

MONOLOGHI (DRAMMATICO)

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Lucy si diresse verso la parte destra della stanza.  Appena sentì le maniglie dell'armadio sotto le sue dita, le afferrò e aprì il mobile con decisione. La stanza è spaziosa e il soffitto è alto. L'armadio è grande e sull'anta sinistra c'era uno specchio a grandezza naturale, ma io l'ho rotto. Le ante sono decorate da dei disegni astratti. Alla sua sinistra c'è una scarpiera laccata. Nel centro della stanza c'è un tappeto con delle strisce scure... ehm... grigie, mi pare. Nella parte frontale c'è una libreria in legno scuro e nella parete opposta il letto in ferro perennemente disordinato. Passò la mano sui vestiti: lana, seta, cotone, perline, paiettes, un tripudio di tessuti, materiali e sensazioni diverse. Rovistò alla cieca tra le grucce e prese dei vestiti qualsiasi. Spero di non sembrare trasandata come al solito... Camminò con delicatezza, in modo da non svegliare Zack, e con disinvoltura si diresse verso l'uscita. Per fortuna mi sono decisa a

LETTERA A BABBO NATALE (LETTERA)

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Babbo Natale, Ho già il regalo materiale che desideravo, quindi ti chiedo solo un regalo spirituale, il più importante che potresti farmi e di cui ho disperato bisogno: il "foco", l'unione tra la forza e il coraggio. Vorrei il "foco" per dire "no", per mettere davanti agli altri i miei bisogni e i miei desideri. Vorrei il "foco" per impegnarmi in quello che faccio, per non rimandare nulla, per non essere pigra. Vorrei il "foco" per mantenere salda la mia opinione e non farmi sopraffare dagli altri. Vorrei il "foco" per maturare, per riuscire a prendere decisioni importanti da sola. Vorrei il "foco" per essere la persona che voglio essere. Ecco, questa è l'unica cosa che voglio da te. Non sono nè sulla lista dei "buoni" nè su quella dei "cattivi", quindi credo di meritarmelo almeno un pensierino. Con affetto,  Harley

DIVORZIO (POESIA)

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9° menzione onorevole al concorso letterario internazionale "Penne d'oro della letteratura italiana 2020", pubblicata nell'antologia edita dalla casa editrice CentoVerba  Un'immagine, cinque figure. Sorrisi, gioia, unione. Poi succede qualcosa, un evento inaspettato, una rivelazione. Una linea di divisione, un taglio, figure costrette a schierarsi, parti diseguali, separazione. Due immagini, cinque figure. Domande senza risposta, suppliche inascoltate, delusioni che aumentano, cuori che si piegano. Due immagini, tre figure. Acqua che scorre. Separazione.

TIMIDEZZA (POESIA)

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 Voglio parlare, anzi no, non dico niente. Voglio agire, anzi no, resto immobile. Prendere l'iniziativa mi blocca, mi spaventa. Un muro, una catena, una calamita che mi attrae lontano da ogni proposito. Soffro se mi faccio avanti o se sto ferma dove sono. Vorrei essere aria o terra, inesistente. È un'ombra, un peso, un macigno. Mi sovrasta. È dentro di me, è un tumore che cerca di uccidermi. Non sempre riesco a vincere, è più forte di me. Sono imprigionata da me stessa.

IMMAGINAZIONE (FANTASY)

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Erasec combatteva con coraggio insieme alla sua confraternita, mentre le sacerdotesse dell'Ordine del Crepuscolo, sul dorso dei centauri, scagliavano lance rese magiche dalle fenici e dalle fate. Tutti gli abitanti del regno si battevano senza sosta per proteggere la Biforza, la magica daga che conteneva sia il Bene che il Male, custodita all'interno della fortezza dell'imperatore Ociredef. Quella battaglia epica si stava combattendo nella stanza di Gioia. La ragazzina muoveva la testa fin dove le era possibile, riuscendo a guardare ogni cosa: gli arcieri che scoccavano frecce dalla fortezza, la strega Anagrom che creava dal nulla una barriera per proteggere la Biforza e l'imperatore che, invece di starsene al sicuro nella sua torre, trafiggeva i nemici al fianco del suo popolo. Creare storie fantastiche nella sua mente e proiettarle nel mondo reale, questa era la cosa che Gioia adorava fare più di tutto. Isole tropicali, fondali inesplorati, mondi fatti di dolci o di n

IL FILM (HORROR)

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  "Non va bene!" Benjamin si alzò furioso e rimproverò i suoi amici. Stavano girando un film horror su un'entità demoniaca, però niente stava andando per il verso giusto. "Tu sei entrato in scena troppo tardi e tu non sembri abbastanza morta!" "Che vuol dire che non sembro abbastanza morta?!" protestò la ragazza sopra il letto. "Che nessuno di voi sa recitare! Ricominciamo!" Mentre stavano girando, Jerry non entrò in scena. Ben, irritato, andò a chiamarlo, ma non appena arrivò dietro le quinte urlò: il suo amico giaceva in un lago di sangue, senza gli occhi e con la pancia tagliata. Spaventato, tornò sul set di corsa e vide Lynne che indicava il pavimento tremando: Mason, il cameraman, era steso a terra con le stesse ferite di Jerry. Benjamin si precipitò da lei e le chiese cosa fosse successo. "Stava filmando, quando ha sentito un forte dolore allo stomaco ed è caduto urlando!" Era pallida e aveva brividi lungo tutto il corpo. Ben

ANTIEROE (FANTASY)

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Vincitore del concorso letterario "Racconti Siciliani 2020" e pubblicato nell'omonima antologia edita da Historica Edizioni. "Il Male nasce dal Bene. Il Bene nasce dal Male. Un inverso che saprà  legarli insieme sarà la salvezza" Stupidi massi! È la quarta volta che inciampo! Potevamo prendere un  sentiero meno scosceso e invece no! Passiamo tra alberi caduti e rasoi di pietra! Non capisco il loro odio per le scorciatoie... Come se fosse meglio faticare e rischiare di spezzarsi l'osso del collo! Non ce la faccio più, sono esausta. I gemelli dicono che abbiamo cominciato a camminare quindici minuti fa, ma sono sicura che lo dicono solo per non sentirmi lagnare. Sarà più di un'ora che saliamo su questa collina, altrimenti non sarei così stanca e le gambe non si piegherebbero da sole ad ogni passo... No, non ho nè mal di testa nè sento strane voci che mi chiamano... Sì, ho capito, ho capito! Mi muovo! Uff, non sono indistruttibile come voi! ... Già... ... C